E' in scena a Lubiana la coproduzione Teatro Nazionale Sloveno / Teatro Nazionale della Moravia/Slesia, nell'ambito del ciclo operistico che Ostrava dedica a Biedrich Smetana fino al 2024, bicentenario della nascita
Una sottile analogia lega La sposa venduta di Biedřich Smetana, opera ora in scena al Teatro Nazionale Sloveno (SNG) di Lubiana, a La rondine di Puccini: il fatto cioè di essere state pensate come operette, e solo dopo trasformate in opere vere e proprie. In effetti Smetana, autore felicemente incline al genere comico, diede inizio alla sua seconda prova teatrale con il pensiero rivolto a Parigi e ad Offenbach; ma poi chiese al librettista Karel Sabina di ampliare l'atto unico iniziale a due atti, e poi ai tre attuali.
La risplendente partitura che viene oggi eseguita, quindi, è il risultato di varie modifiche apportate tra la prima versione del 1866 e quella definitiva del 1871. Tra le più importanti, l'aggiunta degli sfolgoranti momenti di danza collettiva (furiant, skočna, polka) e la trasformazione dei dialoghi parlati in dialoghi musicati. Dell'originale concezione operettistica restano le linee di canto espansive, semplici e lineari, in ruoli che richiedono agli interpreti buone doti espressive piuttosto che un grande impegno virtuosistico.
Un quadro di rasserenante vita campestre
La duratura fortuna de La sposa venduta si deve a tre componenti fondamentali. La limpida e spontanea inventiva melodica, vicina al canto popolare; la irresistibile, vorticosa propulsione ritmica della musica, che sostiene e pervade ogni pagina del lavoro; ed infine il delizioso clima di poetica fiaba agreste che offre un quadro elegiaco e rasserenante della campagna cèca di metà '800, popolata da gente semplice e serena. Un quadro che conquista immediatamente la simpatia ed il cuore dello spettatore.
E' come un gaio affresco popolare, e nella piena riuscita dello spettacolo presentato a Lubiana in lingua slovena, molto conta appunto l'ottimale dosaggio e il grande affiatamento della compagnia di canto, capitanata da due perfetti protagonisti: lo spavaldo Jenik di Branko Robinšak, tenore di salda formazione e voce calda e generosa, che trova per esprimersi sempre la giusta dose di ironia ed il necessario lirismo; e la fresca e luminosa voce sopranile di Mojca Bitenc, che esalta con tenera cura le melanconiche volute melodiche del ruolo di Mařenka.
Accanto a loro gareggiano in bravura l'irresistibile e brioso Kečal realizzato con humour e dinamicità dal basso Peter Martinčič; il tenero e simpatico Vašek di Andrej Debevec, eccellente caratterista; e le due coppie di genitori risolte con brillantezza scenica da Slavko Sevinšek e Rebeka Radovan (Krušina e Ljudmila), e da Zoran Potočan e Barbara Sorč (Miha e Háta). Il soprano Štefica Stipančević rende benissimo il fascino gitano di Esmeralda, Rusmir Redžević è un travolgente e smaliziato direttore del circo, Robert Brazovar un divertente Indiano.
Una direzione musicale di alto livello
Sul podio dell'ottima Orchestra dello SNG di Lubiana troviamo un direttore di grande sensibilità, il moravo David Švec, pronto ad esaltare tutta la freschezza e l'energia del capolavoro di Smetana. Sotto la sua bacchetta canto e melodia scorrono e si espandono con massima naturalezza, il ritmo musicale procede contagioso, incalzante, con grande respiro musicale; e tutti i colori e i dettagli della splendida partitura trovano massimo risalto grazie alla sua accurata concertazione.
Molta spontanea e felice teatralità troviamo anche nella sciolta regia di Jiři Nekvasil, che intrattiene il pubblico con uno spettacolo agile, variegato, piacevolmente divertente sin dalla scintillante ouverture, dove un gruppo di pittori disegna il profilo del paese. Deliziosamente naïf appaiono le luminose scenografie disegnate da Daniel Dvořák ed i bellissimi costumi - tradizionali ma non troppo - di Sylva Zimula Hanáková. Il Corpo di ballo dello SNG – in gran parte giovane - si scatena con molta sicurezza nelle coreografie di Lukas Zuschlag.
(spettacolo visto il 9 febbraio 2019 - foto ©SNG Ljublijana-DarjaStravsTisu )